
Noi siamo campo di battaglia – Nicoletta Vallorani – (non) recensione
Noi siamo campo di battaglia di Nicoletta Vallorani mi ha colpito molto più di quanto pensassi. Qualcosa, di questa storia, si è sedimentato e non smette di ticchettare.
Noi siamo campo di battaglia di Nicoletta Vallorani mi ha colpito molto più di quanto pensassi. Qualcosa, di questa storia, si è sedimentato e non smette di ticchettare.
Certi libri, li senti arrivare. Subito. Qualcosa, già dalle prime pagine. Qualcosa nella struttura, nel linguaggio. O forse nel suono. Qualcosa ti dice chiaramente che stai per leggere uno di quei libri.
La cronologia dell’acqua è voce. Voce che torna, su carta, attraverso la carta e grazie alla carta, potente, dissacrante, onesta. Reale. Vera. Una voce piena di segreti furiosi, rotture e vergogna.
È una mano che allarga la ferita aperta e mostra la carne viva, sangue, muscoli, tendini. E manifesta l’illusione perpetua delle rivoluzioni. È la descrizione del potere che alimenta, difende e replica se stesso.
Nina sull’argine è un romanzo interno, ti dice quello che accade dentro Nina. I pensieri, le paure, domande e fiumi da arginare mentre all’esterno le cose si muovono. Amori da interrompere, ponti da costruire.
Sistema nervoso è un romanzo denso. Nessun passaggio neutro, né paragrafi di sosta o raccordi di sospensione. Nessuna descrizione o digressione su cui soffermarsi a decomprimere la lettura, per prendere fiato.
Ho sempre guardato all’urgenza come ad un elemento necessario, imprescindibile per la scrittura. Per la buona scrittura. Quella di Filo Sottile, di urgenza, percorre tutta la totalità del suo testo, a volte come un sottofondo quasi irriconoscibile, a volte come una scarica.
È un profondo senso di frustrazione che guida la scrittura di quel post in cui Reni Eddo-Lodge dice, con chiarezza ed estrema lucidità, che non parlerà più di razzismo con le persone bianche. O almeno,
Scopami è un romanzo che parla dal margine, quel margine che può essere abitato, decostruito e trasformato in terreno di lotta o che ti sovrasta, ti definisce, ti maciulla e ti marchia con solchi profondi.
La scrittura è netta, minimale, solo apparentemente semplice e lineare. Il gioco di ripetizioni all’interno del testo segna l’incedere della trama così come l’incedere della protagonista, un pensiero dopo l’altro, un’azione dopo l’altra.
Io non sono sicura che si possa parlare, scrivere, di questo libro. Questo libro che è romanzo, questo libro che è un documentario. Questo libro
La vita bugiarda degli adulti. La banalità della vita bugiarda degli adulti, ho pensato leggendo il nuovo libro di Elena Ferrante.L’umana banalità, sarebbe meglio dire.
Perché non sento parlare ovunque di questo romanzo, perché non leggo ovunque di questo romanzo, La mischia di Valentina Maini? Di questo romanzo con una
Protagonisti Jane CormickAlexander CormickJonathan Cale (Francis)Dana Fogarty (Zelda)Micheal HaskellEdward HopperGinger KorowieFrank Riley Inizia così Un giorno verrò a lanciare sassi alla tua finestra di Claudia
Ci sono libri che iniziano dalla copertina.Che non sai nemmeno spiegare perché.Ci sono libri che prima di essere letti ti chiedono un gesto, antico. Come
E poi ci sono i libri scritti, e tradotti, bene.Isola di Siri Ranva Hjelm Jacobsen è uno di questi libri. Libri gentili, ma che comunque
Una frase, tra le tante evidenziate durante la lettura di Ragazze elettriche, mi ha particolarmente colpita. È questa, Quand’è che il potere esiste? Solo nel
Le formiche festanti parla di noi, della strada, dell’incontrarsi e riconoscersi. Dell’essere complici e solidali. A volte succede. Le persone che si incontrano in momenti strani,
La Dragunera è un romanzo con i tratti somatici della tragedia. Ti restano addosso l’odore del sudore e della resa, della pelle arsa dal sole
La sicurezza era la condizione di possibilità della città stessa. Il Modello prevedeva che il confine non fosse visibile perché avrebbe generato ansia. Gli abitanti