
Maizo – Elena Giorgiana Mirabelli – (non) recensione
Scena di apertura, la fuga. Qualcuno corre, nel buio, scappa. Un ponte di legno e corde, delle siepi. Cinghiali dalle zanne gialle e appuntite che con i denti rompono il metallo.
Scena di apertura, la fuga. Qualcuno corre, nel buio, scappa. Un ponte di legno e corde, delle siepi. Cinghiali dalle zanne gialle e appuntite che con i denti rompono il metallo.
La cronologia dell’acqua è voce. Voce che torna, su carta, attraverso la carta e grazie alla carta, potente, dissacrante, onesta. Reale. Vera. Una voce piena di segreti furiosi, rotture e vergogna.
È una mano che allarga la ferita aperta e mostra la carne viva, sangue, muscoli, tendini. E manifesta l’illusione perpetua delle rivoluzioni. È la descrizione del potere che alimenta, difende e replica se stesso.
Il racconto, quando è breve, brevissimo, deve essere preciso, precisissimo. È questione di equilibrio tra le parti, di suono, di ritmo. È questione di punteggiatura.
Tanti auguri a me, tanti auguri a blockmianotes … che oggi compie tre anni (va detto, se non me lo notificava wordpress non me lo