[…] Con questo racconto è tutto un tempo che si è messo in moto e mi trascina mio malgrado. Ora so di essere determinata ad andare fino in fondo, qualsiasi cosa accada, nello stesso modo in cui lo ero, a ventitré anni, quando ho strappato il certificato di gravidanza.
Voglio tornare a immergermi in quel periodo della mia vita, sapere ciò che è stato trovato lì dentro.
Questa esplorazione si inscriverà nella trama di un racconto, l’unica forma in grado di rendere un evento che è stato solo tempo all’interno e al di fuori di me.
L’agenda e il diario di quei mesi mi forniranno i punti di riferimento e le prove necessarie alla ricostruzione dei fatti. Mi sforzerò soprattutto di calarmi in ogni immagine, fino ad avere la sensazione fisica di «raggiungerla», fino a che ne emerga qualche parola tale da farmi dire: «ecco». E di risentire ognuna di quelle frasi, indelebili in me, il cui senso allora doveva essere talmente insostenibile, o al contrario talmente consolatorio, che a ripensarci oggi mi sento sopraffatta dal disgusto o dalla dolcezza.
Che la clandestinità in cui ho vissuto quest’esperienza dell’aborto appartenga al passato non mi sembra un motivo valido per lasciarla sepolta. Tanto più che il paradosso di una legge giusta è quasi sempre quello di obbligare a tacere le vittime di un tempo, con la scusa che «le cose sono cambiate». Ciò che è accaduto resta coperto dallo stesso silenzio di prima. È proprio perché nessun divieto pesa più sull’aborto che, mettendo da parte la percezione collettiva e le formule necessariamente semplificate imposte dalle battaglie degli anni Settanta – «violenza sulle donne» eccetera –, io posso affrontare, in tutta la sua realtà, questo evento indimenticabile. […]

L’evento
Annie Ernaux
Lorenzo Flabbi (traduzione)
L’orma editore
pp. 128
Altro su Annie Ernaux
Annie Ernaux – Gli anni – cit.
Una risposta