Un centinaio di pagine così dense che non si riesce bene a capire come Silvia Tebaldi sia riuscita a far stare così tanto in così poco spazio.
Pare abbia scelto con cura le parole, una per una, nessuna esclusa, dedicando a questa ricerca tutto il tempo, tutto il tempo necessario.
Solo così si riesce a mettere così tanto in così poco spazio. Solo così si riesce a costruire una narrazione solida ma elastica.
Al confine tra prosa e poesia, confine sottilissimo, quasi invisibile, come un velo d’acqua, come dovrebbero essere tutti i confini, attraversabili, calpestabili, scavalcabili, Il lettore dell’acqua è una storia che è tante storie, che potrebbe esserne altrettante.
Il lettore dell’acqua di Silvia Tebaldi è un racconto dispotico ambientato in una Bologna possibile, plausibile traiettoria di questi tempi che sembrano durare da sempre e che sembrano andare in un’unica asfittica direzione. È una frazione di tempo, senza un inizio e senza una fine. Le storie che preferisco. Lente di ingrandimento, un’unica porzione di accaduto. Qualcosa si è guastato, ci si muove secondo altre disposizioni, dentro alle conseguenze, attraversando un nuovo assetto senza rinunciare a trovarsi e riconoscersi per mantenere intatto l’indispensabile.
Niente è peggio che non fare attenzione.
C’è il valore della cura, il respiro sottile ma persistente della resistenza, il riverbero delle relazioni umane come unico percorso percorribile, irrinunciabile.
C’è come guarire nello sguardo, come l’acqua che scorre.
Il sonno, il riposo, il sogno. Una cantina. La guarigione.
Acqua scura che scorre, corpi che galleggiano. Acqua ferma in fondo ad un pozzo.
Silenzi e bugie.
Quello che si sapeva e si è finto di non sapere. I guasti, i blackout, la siccità. Vecchia storia, scambiare le cause con gli effetti.
Un’eclissi. Un abbraccio. Una macchina gialla. Controllori con la fronte tatuata. Una malattia misteriosa. Le donne, che si ammalano. Che curano, che dipingono, che restano salde nella rabbia. Soldati con il grembiale. E personaggi vivi, li potresti toccare. Li vorresti conoscere.
E parole, scelte con cura, una per una.
Un posto per ripararsi quando piove, dice. Per baciarsi da ragazzi. Per respirare, per guardare oltre.
Il lettore dell’acqua
Silvia Tebaldi
Zona42, collana 42 Nodi
febbraio 2023
pp. 120
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Maizo, Elena Giorgiana Mirabelli