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Tag: musica

Behind the Wall – Tracy Chapman [1988]

Io nel 1988 avevo dieci anni. E ascoltavo questa. Le parole sono come semi, che sedimentano e germogliano. Last night I heard the screaming Loud voices behind the wall Another sleepless night for me It won’t do no good to call The police Always come late If they come at all And when they arrive They say they can’t interfere With domestic affairs Between a man and his wife And as they walk out the door The tears well up in her eyes Last night I heard the screaming Then a silence that chilled my soul Prayed that I was dreaming When I saw the ambulance in the road And the policeman said “I’m here to keep the peace Will the crowd disperse I think we all could use some sleep” Last night I heard the screaming Loud voices behind the wall Another sleepless night for me It won’t do no good to call The police Always come late If they come at all Behind the Wall Tracy Chapman [1988] tracychapman.com

sestanti

Il padrone della festa Live – Fabi, Silvestri, Gazzè

poche, pochissime parole ultimamente, ma tanta musica questa in particolare e in fondo, di parole, tante comunque molto belle alzo le mani Nel mezzo c’è tutto il resto e tutto il resto è giorno dopo giorno e giorno dopo giorno è silenziosamente costruire e costruire è sapere e potere rinunciare alla perfezione [Costruire – Niccolò Fabi] Ma tu dormi ancora un po’ non svegliarti ancora no ho paura di sfiorarti e rovinare tutto no, tu dormi ancora un po’ ancora non so guardarti anch’io nel modo giusto nei tuoi occhi innocenti disarmanti devastanti quei tuoi occhi che ho davanti tienili chiusi ancora pochi istanti [Occhi da orientale – Daniele Silvestri] E tu sarai il pretesto per approfondire un piccolo problema personale di filosofia su come trarre giovamento dal non piacere agli altri come in fondo ci si aspetta che sia [Cara Valentina – Max Gazzè] L’amore se poi esiste è quest’idea di attaccamento che ha l’uomo del mio tempo per le tante storie viste non esiste fare i conti accontentarsi piano piano di una vita mano nella mano l’amore non esiste è un ingorgo della mente di domande mal riposte e di risposte non convinte vuoi tu prendere per sposo questa libera creatura finché Dio l’avrà deciso o solamente finché dura? Ma esistiamo io e te e la nostra ribellione alla statistica un abbraccio per proteggerci dal vento l’illusione di competere col tempo e non c’è letteratura che ci sappia raccontare i numeri da soli non riescono a spiegare l’amore non esiste, esistiamo io e te [L’amore non esiste – Fabi, Gazzè, Silvestri]

(non) recensioni di libri

Last Love Parade – Marco Mancassola – (non) recensione

Ho finito Last Love Parade e sono rimasta così. Con il movimento infiltrato nelle gambe e i bassi agganciati al petto. E il desiderio di immergermi e riemergere. Ricordi, sensazioni. Ancora e di nuovo. Ho finito Last Love Parade e sono rimasta così, con in bocca quel sapore amaro che si dissolve in un sorso d’acqua. Con in bocca il sapore di una scrittura secca, ritmica, spessa. Eppure dolce, melodica, leggera. Lucida. E l’impressione che ti si appiccica addosso quando qualcuno ti racconta qualcosa di suo, qualcosa però che in fondo è anche tuo. E se anche non lo fosse lo fa così bene che è come se. Mancassola riannoda i fili della musica elettronica, dalla dance alla gabba, passando per la trance e la minimal, dal clubbing al free party, i raver che si sovrappongono ai traveller. Il sogno del party infinito. La jungle e la drum’n’bass. Le fusioni e le eredità, […] il divertimento come conquista sociale […]. Dj come musicisti. Derive e derivazioni. Gli anni ’70, gli anni ’80, i ’90 e il nuovo millennio. E la macchina dentata della commercializzazione/mercificazione del divertimento che ingloba, normalizza, canonizza, ingabbia. Mastica e sputa. […] Ogni rivoluzione assorbita sul nascere, ogni nuovo accenno (musiche, stili, droghe, idee politiche, pratiche sessuali, ogni nuova virgola nella frase del mondo) trasformato entro pochi mesi in uno special televisivo. La membrana che separa i due piani si assottiglia fino a farli coincidere, o annullarli entrambi: se non esiste controcultura, nemmeno cultura. […] E se non è il denaro è la legge, ma qui il nodo da fare è doppio. E scioglie i nodi di un’amicizia, del volersi salvare a vicenda. Dello scoprirsi necessario all’altro e dello sperimentarne la necessità. E i silenzi colmi e poi il guardasi dormire. Cercarsi. Riconoscersi. Proteggersi.  E […] sapere se anche lui sentiva quel senso sospeso, quasi una specie di compito da assolvere, qualunque fosse il vero compito di quell’età: crescere, conoscere il proprio amico, raccogliere strategie contro il dolore che verrà. […] E la ricerca di una direzione tra le infinite direzioni, […] smettere di portarti dietro i desideri come infiniti pesi morti. […] Quindici anni, vent’anni, trent’anni. Mancassola traccia traiettorie, elettroniche e personali, senza mai tralasciare il contesto politico, sociale, geografico. Altre traiettorie, altri fili da annodare. Altri fili da sciogliere, attraverso la musica che […] è la spia del mondo. La musica è la schiuma di una società: il prodotto più leggero, e al tempo stesso rivelatore. […] Ho finito Last Love Parade e sono rimasta così, a pensare che […] ancora una volta non si può che ballare. […] […] Alla maniera del punk, anche la techno sarà una scossa assoluta. Anche la techno incarnerà la vertigine del contemporaneo, e una contraddizione ancora più estrema: ritmi che sembrano fatti da macchine per macchine, ballati da corpi umani. La techno è la prima musica non umanista. E anche la techno sarà consapevole. Disillusa eppure fragorosa. In certe sue frange, raggiungerà esiti nichilisti e orizzonti di puro annientamento più di qualunque canzone punk. Sarà marea senza ritorno. Eppure avrà, nel suo ritmo devastante, qualcosa di struggente. La techno è disumana, la techno è romantica. […] Last Love Parade Marco Mancassola pp. 256 ilSaggiatore

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