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Categoria: NUM – Ni Una Más

Il processo creativo che ha portato alla luce “Ni una más” è stato lungo. E doloroso. E complesso.
Si è trattato di costruire il macro che potesse contenere il dettaglio, il momento.
Parlare di femminicidio, pensarlo, significa scavare, significa spalancare una porta dopo l’altra. Dentro e fuori.
E infiniti, ed estremamente articolati, sono i fattori che concorrono a comporre la complessità che sta alla base, e dentro, e intorno alla violenza sulle donne.
Infinite sono le porte che mi si sono spalancate davanti, investendomi. La testa, lo stomaco. E il cuore.
Scrivere “Ni una más” è stata anche una questione di scelte.

NUM - Ni Una Más

i diritti d’autrice di Ni una más #1

Quando ho cominciato, collaborando con la compagnia inoutput, a scrivere il testo di Ni una más, come al solito non ho speso molto del mio tempo a pensare a quelli che potevano essere i risvolti economici della mia scrittura.Quando è arrivato il momento di farlo non ho dovuto riflettere a lungo per arrivare alla conclusione che non mi sarebbe piaciuto guadagnare qualcosa da un testo così. Immediata, quindi, è stata la decisione di destinare gli eventuali diritti d’autrice, di volta in volta, a situazioni a me vicine e affini. Sono arrivati i proventi degli spettacoli che sono andati in scena nel 2013 e per amore della precisione volevo rendere tutte e tutti partecipi delle mie scelte. Una metà di questi diritti d’autrice andranno dritti dritti nelle casse di un gruppo di amiche e compagne, belle e forti, che portano avanti, non senza qualche difficoltà economica, un percorso (gratuito) di autodifesa per sole donne.Ho sempre detto che la violenza di genere ha mille aspetti e mille possibili soluzioni. Una di queste, a cui credo fermamente e che credo, fermamente, fondamentale, è la capacità di autodeterminarsi e di difendersi. Fisicamente e sentimentalmente. Partire da sé, imparare a riconoscere la propria forza, i propri limiti e le proprie capacità e peculiarità. Radicare i piedi a terra per rispondere ai colpi, di qualunque forma. L’altra metà andrà dritta dritta nelle casse di un altro gruppo di donne, sorelle amiche e compagne, che stanno cercando di organizzare una serie di iniziative itineranti in giro per l’Italia per raccogliere soldi che a loro volta andranno dritti dritti nelle mani delle donne sudafricane che, nel modo più concreto possibile, lavorano per supportare, e salvare, le lesbiche che in sudafrica vengono stuprate, e uccise, per correggere, e punire, la loro omosessualità. Ecco, questo. E nel mio piccolo sono fiera di poter andare concretamente al di là delle mie stesse parole.

qualcosa si è rotto
notes

Il sigillo che mi teneva legata al testo

foto: andrea messana Ieri sera, mentre andava in scena Ni una más, qualcosa si è rotto. Il sigillo che mi teneva legata al testo. Alle parole. Ai punti, e le virgole. Alle pause. Ogni volta che Giovanna sale sul palco io mi domando su quale colore di Cesca deciderà di accendere la luce. Ogni volta che Giovanna va in scena sento le mie parole in un modo nuovo, sempre diverso.E questa è una cosa potente.Per me, che scrivo narrativa, è poter assistere all’atto magico della lettura. Una lettura con un suo corpo, una sua voce, una sua sensibilità.Perché io scrivo, e poi c’è qualcuno che legge. E chi legge lo farà sempre e comunque con un bagaglio di emozioni diverso dal mio.Io non ci sono mai quando qualcuno legge le mie cose. Ma ci sono quando Giovanna, e Nerina, leggono Ni una más ogni volta che va in scena.Ed è una cosa potente. Potentissima. È qualcosa di inebriante, e spaventoso, e bellissimo. Ieri sera, sul palco del Camploy, ho assistito ad un’altra interpretazione della mia Cesca. E qualcosa si è rotto. Ho visto quanti colori ci sono dentro al testo, tra quelle parole, e quelle virgole, e quei punti, e quelle pause.Ho visto che Ni una más è lí, qualsiasi sia il colore su cui Giovanna, e Nerina, decidano di accendere la luce, in questa lettura in perpetuo movimento, in perpetuo mutamento.Ho visto che Cesca è lì, fatta di una materia che è forza pura.Cesca è lì, con la sua rabbia. E la sua lucidità. Anche nel dolore. E quel costume non sarà mai il simbolo di una supposta e pretesa fragilità. Perché la fragilità non appartiene né Cesca né a Luisa. Quel costume non rappresenterà mai ferite o fratture che non si curano, che non si rimarginano.Quel costume è altro. È tutt’altro. È molto altro. Ni una más è altro. È tutt’altro. È molto altro. Ma questo lo si può capire solo sedendosi davanti a Cesca, davanti a Luisa. Qualcosa si è rotto quando ho visto le mie parole diventare più grandi. Più grandi di me. Quando ho visto lo spettacolo alzarsi. I punti, le virgole. Le pause. I piedi. Le braccia. Le gambe. Un corpo compatto. Qualcosa si è rotto quando io e Ni una más ci siamo guardate negli occhi. Non io e Cesca. Non io e Luisa. Non io e Nerina. Non io e Giovanna. Io e Ni una más. Sorrido.

NUM - Ni Una Más

il tumblr di ni una más

È nato il tumblr di ni una más, un percorso di immagini e parole per raccontare la creazione dello spettacolo. Ni una más history Buona visione. E visto che ci siamo vi ricordo ni una más va in scena  il 25 novembre, alle 21.00, al Teatro Camploy di Verona. Per info qua www.teatrostabileverona.it foto: Andrea Messana

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Ni una más a Verona

Ni un más sbarca a Verona. 4 novembre ore 18.00  incontro in Feltrinelli con la compagnia inoutput 25 novembre ore 21 lo spettacolo al Teatro Camploy tutte le info e i dettagli qua inoutmas.wordpress.com

Ni una más un testo per il teatro
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Ni una más in download

In questi due anni di lavoro per “Ni una más” ho scritto, pensato, detto e condiviso molte parole. Per questo, segnalandovi che da oggi potete scaricare “Ni una más” in formato pdf, aggiungo solo queste: Io e tutta la compagnia abbiamo investito ogni energia a disposizione, e forse anche qualcosa di più. Abbiamo cercato di rispondere a tutte le domande che il femminicidio ti mette davanti. E per cercare di rispondere ad alcune di queste domande abbiamo dovuto mettere a nudo le nostre sensibilità, andando a scavare ognuno nel proprio profondo privato. Quel privato che solitamente, d’istinto, si è più portati a proteggere, tenendolo al sicuro. Sopratutto dalle domande. scarica

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Voices on Feminicide – documentario

Dal canale vimeo di Ni una más Voices on Feminicide from Inoutput on Vimeo. Questo progetto fa parte di NI UNA MÁS.Ospitati da amici e famigliari, Daniel e Nerina hanno viaggiato in varie città italiane, per intervistare passanti e professionisti intorno al femminicidio e alla violenza sulle donne. Le interviste si concludevano con piccole registrazioni di frasi del prologo che gli intervistati sceglievano e leggevano ad alta voce. Queste voci fanno parte, adesso, del prologo musicale dello spettacolo… Questo è un piccolo documentario di questo viaggio. Vorremmo ringraziare le persone seguenti e tutte quelle che hanno accettato di farsi intervistare, senza cui non avremmo mai potuto realizzare questa parte del progetto. /-/ This project was made as part of the NI UNA MÁS.Hosted by friends and family, Daniel and Nerina traveled across different cities in Italy, to interview people on the streets and other public places about violence against women. The interviews were followed by a short recording session, during which these people were asked to pick a sentence of the prologue and record it. These voices are now integrated in a music piece opening the performance… This is a short documentary of that journey. We would like to thank the following people, without whom this part of the project wouldn’t have been possible and all who feature in this video and the many more who accepted to be interviewed by us. /-/ Appaiono in questo video/Featured in the video:Daniela Zoni, Medico/M.D., BolognaElena Migliavacca, Coordinatrice/Coordinator Casa di Ramía, VeronaNatasha Czertok, Attrice e regista/Actress and Theatre Director, Teatro Nucleo, FerraraKatherina Savino, Studentessa/Student, Università degli Studi di BolognaBarbara Briggs, Attivista per la protezione dell’infanzia e autrice/Child Protection Activist and Author of In Moral Danger, Milan Chi ci ha ospitato e guidato/Our wonderful hosts/guides:Marinetta Piva & Giampiero Cocchi a Firenze/in FlorenceAllison Grimaldi Donahue, Giulia Quadrelli & Cheddar a/in BolognaGiovanna Scardoni a/in VeronaKatherina Savino a/in FerraraAnna Saltalamacchia & Alessandro Frigerio a Milano/in Milan Video & Editing: Daniel PinheiroMusic: Davide Fensi & Michele BusdraghiCoordination & Subtitles: Nerina Cocchi

ni una más in scena a Spoleto
NUM - Ni Una Más

ni una más in scena a Spoleto

Ni una más torna in scena. Dopo Trieste tocca a Spoleto. Il 5, 6 e 7 luglio 2013 a La MaMa Spoleto Open, off del Festival dei 2 Mondi. __________________ Cantiere Oberdan in Largo San Gabriele dell’Addolorata: Venerdì 5 luglio alle 18:00Sabato 6 luglio alle 22:30Domenica 7 luglio alle 17:00 e 22:30

notes

Cesca, Luisa ed io

Appallottolata sul seggiolino del treno, immersa in una stanchezza totale.Dormire. Sarebbe la cosa più intelligente da fare.Eppure, invece.Cesca, Luisa.Sono passate quasi 24 ore dalla prima di Ni una más a Trieste.Penso che mi serve un po’ di silenzio. Adesso. Adesso che l’ho vista camminare sul palco dentro la sua armatura.E m’è finalmente uscita dal sangue. Ho vissuto più di due anni con Cesca addosso, e con gli occhi verdi di Luisa.E adesso resto sola.Attraversata.Con questo senso di abbandono che conosco bene, che so che passerà ma che ora mi lascia senza fiato, senza forze.Come avessi trattenuto il respiro, in tutto questo tempo, nello sforzo della concentrazione, nella contrazione dei muscoli. Per tenermi tutto stretto. Per non lasciar scappare niente, perdere niente, sbagliare niente.Per tenermi stretta Cesca. E con Cesca Luisa. E me.E penso che adesso mi serve un po’ di silenzio.E, per favore, qualcuno che spenga questa cazzo di aria condizionata, perché mi sta congelando il cervello.Del silenzio e un po’ di tepore, per cortesia.Che il coraggio di chiudere gli occhi, e lasciar andare tutto, io mica ce l’ho.Di allentare la contrazione dei muscoli, di sputare fuori l’aria (!) e poi riprendere a respirare.Io mica c’è l’ho davvero.Domani, forse. foto: Andrea Messana

ni una más in scena a Trieste
NUM - Ni Una Más

ni una más, in scena a Trieste

i piedi della compagnia, importanti almeno quanto la testa Signore, signori si va in scena! martedì 16 aprile, alle ore 18.00 al Teatro Instabile Miela di Trieste L’emozione sfreccia su e giù.

IL TARLO

Ni una más e il Tarlo a Router, su Radio Onda d’Urto

Giovedì scorso sono stata ospite ai microfoni di Router su Radio Onda d’Urto. Questo è l’audio, una decina di minuti dove dopo una breve introduzione in cui ho parlato del Tarlo Ippopotamo, di autoproduzione e di Non c’è si entra nel vivo di Ni una más e della nostra raccolta fondi! Ringrazio ancora Silvia e tutta la redazione! È stato bellissimo! www.mixcloud.com/Router_radio Olè!

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ni una más – il trailer

Car@, il 25 novembre, la giornata internazionale contro la violenza sulle donne, è passato. Noi, e Ni una más, andiamo avanti e vi presentiamo il trailer dello spettacolo! Vi invito, di nuovo, a visitare il blog di num, inoutmas.wordpress.com a fare un giro sulla nostra pagina per la raccolta fondi dal basso kisskissbankbank e a spulciare fra foto e video vimeo.com flickr.com Buona visione! foto: andrea messana

note sul tempo
notes

da “Non c’è”, su “Ni una más”

Ho scritto “Non c’è” nell’estate del 2010. Ero in Salento, una terra capace di far emergere il meglio di me. Le mie parole migliori nascono lì. Non ho ancora capito perché. Ho scritto “Non c’è” in un momento di forte, fortissima rabbia. Credo che la rabbia sia un sentimento sano. Quando si riesce a riconoscerla, a guidarla, a gestirla. La rabbia, per me, sta alla base della forza.Quando ho scritto “Non c’è” ero, paradosso, stanca delle parole. Ero stanca del pensiero. Ero stanca del ragionamento.Come tutto quello che scrivo, in un modo o in un altro, “Non c’è” parla dell’annullamento della distanza tra pensiero e azione. Di una sospensione temporanea del tutto che permette al dettaglio, a quel momento e non un altro, di emergere. Al di sopra, al di là. Parla di due donne. Parla di Luisa, a cui è stato impedito di essere libera. E parla di Cesca. A cui è stato impedito di pensare a Luisa domani. A cui è stato impedito di pensare se stessa, domani.Parla del tentativo di riportare tutto in equilibrio. “Non c’è” è la base, e il centro, di “Ni una más”. Il processo creativo che ha portato alla luce “Ni una más” è stato lungo. E doloroso. E complesso.Si è trattato di costruire il macro che potesse contenere il dettaglio, il momento.Parlare di femminicidio, pensarlo, significa scavare, significa spalancare una porta dopo l’altra. Dentro e fuori.E infiniti, ed estremamente articolati, sono i fattori che concorrono a comporre la complessità che sta alla base, e dentro, e intorno alla violenza sulle donne.Infinite sono le porte che mi si sono spalancate davanti, investendomi. La testa, lo stomaco. E il cuore.Scrivere “Ni una más” è stata anche una questione di scelte. È stato necessario scegliere. Un passo alla volta.  “Ni una más” parla di nomi. E numeri. E parole. Nomi che devono essere pronunciati, numeri che devono essere guardati. Parole inesatte che devono essere corrette. E parole, altre, che è necessario pronunciare. Con forza.“Ni una más” non ha la pretesa, né la presunzione, di essere un testo esaustivo. Non offre una cura, e nemmeno una soluzione. Né tanto meno la soluzione.“Ni una más” dice, nero su bianco, che c’è un problema. E che questo problema riguarda tutti. E che ci sono cose che devono essere guardate, con coraggio. “Ni una más” dice, con forza, non una di più. Con la sensibilità artistica di Nerina. Con il corpo e la voce di Giovanna. Con la materia manipolata di Giulia, le immagini di Andrea, i video di Daniel e i suoni di Davide. inoutmas.wordpress.com kisskissbankbank.com/ni-una-mas

ni una más – rassegna stampa
NUM - Ni Una Más

ni una más – rassegna stampa #1

Un immenso grazie a Silvia Cavalieri e a tutte Le Vocianti per il bellissimo pezzo che hanno dedicato a ni una más. www.levocianti.it

NUM - Ni Una Más

ni una más – corpo e parole

Le parole hanno un corpo Le mie parole, hanno un corpo E così il significato si espande inoutmas.wordpress.com kisskissbankbank.com/ni-una-mas

NUM - Ni Una Más

ni una más – support us

Sarò breve. È iniziata la raccolta fondi per sostenere il progetto “ni una más” (non una di più). Proviamo a finanziarci, come si suol dire, dal basso. Una bella scommessa, un bell’esperimento. Trovate tutte le informazioni a questo link: www.kisskissbankbank.com Fateci un giro … diffondete … Vi ricordo il blog di niunamás, inoutmas.wordpress.com

diritti d'autrice
NUM - Ni Una Más

spazio bianco – sospensione

È difficile. E pauroso.Scava dentro.E confonde. Rimescola.Sembra di cadere, di non poter fermare la caduta.Quei confini netti non sono poi così netti.E le certezze non sono poi così certe. È difficile.E pauroso.Ce l’abbiamo dentro.Dobbiamo dargli un nome.Dobbiamo trovargli un posto.Comprendere.Assumersi la responsabilità. Al di là del testo, dentro il testo.Fuori dal testo.Al di là del gesto. Dentro il gesto.Fuori dal gesto.Che non è la soluzione.Che non è il problema.Ma la descrizione di un attimo definito e circoscritto. È difficile.E pauroso.Camminare in mezzo ai corpi.Toccarli.Domandarsi perché.Domandarsi come.Domandarsi fino a quando. Nominarli.Contarli.Pensarli.Io cosa posso fare.Io cosa ho fatto.Io cosa farei.Io. Respirare.Guardare.Respirare.Pensare.Respirare.Dire.Respirare. È difficile.E pauroso.E necessario.Non avere paura delle risposte.Articolare le domande.Riappropriarsi della parola.Essere narrazione. Respirare.Guardare.Respirare.Fermarsi.Respirare.Scegliere.Respirare. spazio bianco – sospensione

notes

Sensazioni spoletine – teatro e parole

Quel testo che credevo di aver perso, ne parlavo qua, non solo non è andato perso ma è vivo, e forte e pulsante. Si intitola “Ni una más”. Non una di più. E poggia le radici in “Non c’è”, uno dei miei racconti. Parla di femminicidio, di violenza sulle donne. Parla di rabbia. E di forza. E della calma lucida. Quel testo che credevo di aver perso ha preso vita. Lunedì 1 ottobre io, la regista Nerina Cocchi, l’attrice Giovanna Scardoni, la costumista Giulia Pecorari e il fotografo Andrea Messana ci siamo dati appuntamento a Firenze per andare tutti insieme a Spoleto per l’inizio della residenza, ospiti nella splendida cornice de La Mama Umbria. Non ho ancora conosciuto Daniel Pinheiro e Davide Fensi, non vedo l’ora di colmare la lacuna. Ho lasciato Spoleto domenica, conto di tornarci prima della fine della residenza. Due giorni non bastano per rielaborare il carico emotivo ed emozionale. Le sensazioni forti e dirompenti mi si rincorrono ancora addosso. Ve le dico, senza filtri. Quando abbiamo fatto la prima lettura mi sono bastate le prime tre parole per sciogliermi in un pianto che non ho pensato nemmeno per un secondo di poter controllare. Ve lo dico, senza filtri. È stata una settimana bellissima e difficilissima. Stare qua, lontano dalla compagnia, è strano. Tornare a casa, dormire nel mio  letto, è stato liberatorio. Abbiamo provato, abbiamo parlato. Abbiamo sviscerato. Il testo, le parole, le immagini. La violenza, le donne, gli uomini. Gli stereotipi. Noi. Abbiamo attraversato un argomento vasto come l’universo, cercando percorsi, fissando paletti. Ogni volta con la sensazione di aver aggiunto un frammento in più alla complessità. Ogni volta con la sensazione di essersi persi e ritrovati. Ogni volta con la sensazione di aver individuato le porte e le chiavi. E se il mio lavoro di autrice, in un certo senso, è concluso (il testo è stato limato e adattato), so che la strada di Ni una más è bella dritta davanti a me, davanti a noi, tutta da percorrere. Ci siamo scontrati, com’era giusto. Ognuno con le sue esperienze, ognuno con le sue idee. Ognuno con le sue resistenze. Tutti con la voglia di portare questo progetto lì dove deve arrivare. Professionalmente parlando credo di aver vissuto, e di avere ancora da vivere, un’esperienza potente che ha lasciato, e lascerà, un’impronta profonda nella mia scrittura. Tempi, suoni, silenzi, immagini. Suggestioni, movimenti. Le mie parole, ed io con loro, sono state sciacquate in un’acqua in cui non si erano mai immerse. E solo questo mi ripaga di tutto. E quando si dice che niente insegna di più della pratica, beh … è vero. Verissimo. Il blog per seguire le evoluzioni del progetto Ni una más è questo. Ci vediamo lì. Per conoscere meglio Nerina e Andrea inoutpostm.wordpress.com e www.fotografiaeuropea.it (deja-vous-colectivo)

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