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Tag: patriarcato

Margaret Atwood [cit. da Il canto di Penelope]

“Chi può dire che le preghiere servano a qualcosa? D’altra parte, chi può dire che non servano a niente? Me li vedo gli dèi gironzolare per l’Olimpo, crogiolandosi tra nettare, ambrosia e profumo di ossa e grasso alla fiamma, come una banda di ragazzini di dieci anni che molestano un gatto malconcio e non sanno come passare il tempo. «A quale preghiera rispondiamo oggi?» si chiedono l’un l’altro. «Tiriamo i dadi! Per questa c’è speranza, per quest’altra no e, intanto, perché uno di noi, magari sotto forma di aragosta, non va a distruggere la vita di quella donna laggiù, con un po’ di sesso veloce?» Credo che facciano un mucchio di scherzi perché si annoiano.” Margaret Atwood – Il canto di Penelope

Vergine giurata - Elvira Dones - (non recensione)
(non) recensioni di libri

Vergine giurata – Elvira Dones – (non recensione)

Vergine giurata – Elvira Dones – (non recensione)   Secondo il Kanun le donne albanesi (nord del paese, sulle montagne), per scelta o costrizione, possono vivere la loro vita da uomini. Le motivazioni sono svariate, la morte o l’assenza di un erede maschio, il rifiuto del matrimonio combinato, questioni economiche, questioni d’onore. In pratica, colei che diventa vergine giurata sceglie un nome maschile, veste da maschio, partecipa alla vita del villaggio da maschio con tutti i privilegi annessi e connessi. Rinuncia al suo essere donna e a qualsiasi tipo di fisicità. Riassunto molto sbrigativo di una faccenda ben più complessa che vi consiglio di approfondire, chiedo scusa a chi ne sa di più e che troverà queste righe qua sopra un po’ frettolose e non esaustive. Mark/Hana Dona, donna fattasi maschio per scelta, sempre che di scelta si possa parlare, e che da maschio vive dai 19 ai 34 anni, quando decide di tornare ad essere solo Hana. Per me è un libro bello, duro nella sua leggerezza, in cui l’autrice guarda alla questione delle vergini giurate dal punto di vista della protagonista, dei suoi sentimenti, della sua dicotomia, scrivendo un romanzo e non una saggio o un trattato sociologico sul fenomeno in sé. È uno di quei libri che, “semplicemente”, ti racconta una storia toccando corde che su ognuno vibrano in modo diverso, mettendo in moto, in modo diverso, e in quantità diversa, riflessioni che nel libro, magari, non vengono espresse ma che appartengono ai possibili risvolti che la storia ha, o solo alla personale sensibilità/storia del lettore. La scrittura della Dones scivola via, a tratti poesia in prosa, senza scossoni, salvo avermi dato almeno una stilettata a pagina. E’ il percorso umano, psicologico, sentimentale, fisico di una mente, di un cuore, di un’anima. E’ un libro sulle diverse forme d’amore, sulle trappole emotive che a volte riserva. Elvira Dones è autrice di documentari e ha quindi dimestichezza con il linguaggio video. Ho letto le prime 80 pagine in una giornata e il giorno dopo, soprappensiero facendo altro, ogni tanto il libro mi tornava alla mente sotto forme di scene cinematografiche, proprio come se avessi visto un film, e questo, per il mio gusto personale, è proprio una gran bella cosa. “Vergine giurata“Elvira DonesFeltrinelli, 2007224 p.

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