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Margherita, frammento #4

Frammento #1, frammento #2, frammento #3


Riempie d’aria i polmoni, la gabbia toracica s’allarga.

Margherita si immerge. 

Ha indossato abiti comodi e sta. Seduta tra persone che conosce in ogni più intimo dettaglio. 
Sta, procede per imitazione. Ha memoria della leggerezza.

Sta. Seduta in macchina, lo sportello aperto un piede sul cruscotto e un piede a terra. 
Procede per imitazione. Imita l’esistere tra persone che conosce in ogni più intimo dettaglio. 
Margherita esiste nell’imitazione. 
Seduta in macchina, lo sportello aperto un piede sul cruscotto e un piede a terra, è arrivata la primavera e la sera si può andare al mare, parcheggiare le macchine vicino al canneto e lasciare lo stereo acceso, le portiere aperte e i finestrini abbassati.

Tra corpi e voci. Sorride, parla. Sta nei gesti, negli sguardi. Immersa nel momento. Procede per imitazione. Ha memoria della leggerezza, di come si ascolta, di come si sorride.

Sta.

In apnea.

Ma vorrebbe. 
Ma non sa come dirlo.
Di questo non ha memoria
Di questo, il suo corpo non ha esperienza.

Le portiere aperte e i finestrini abbassati. Lo stereo acceso.

Non so come dirlo.

Che mi sfiorate in superficie. Che riconosco tutto di voi, ma non vi sento. Le emozioni galleggiano nella distanza, l’eco arriva attraverso il ricordo. 

Io
Non
Vi
Sento

Io
Non
Sento
Niente

Vorrei parlarvi del mio corpo vuoto. Dove prima c’era tutto ora non c’è niente. Fosse così semplice.

ma non sento niente
e
vorrei, dirvi

quanto sono difficili questi passi ciechi, e profonda questa cavità, e questi momenti in cui mi sfugge il senso per un soffio. Vorrei dirvi che mi dispiace ma che non vi sento, che navighiamo a vista e che ci sfugge sempre il senso per un soffio, lo soffiamo via, il senso, quasi ci facesse paura, più paura di questo non senso artificiale, vorrei toccarvi, colpirvi, toccatemi, colpitemi, facciamoci male, diciamoci le cose, chiamiamo le cose con il loro nome, non siamo innocenti, non siamo dalla parte del giusto, navighiamo a vista, e lo soffiamo via il senso, con un soffio. Un soffio per ogni parola taciuta, un soffio per ogni conflitto ignorato, un soffio per ogni gesto addolcito, un soffio per ogni bugia, un soffio per ogni ricostruzione accogliente accomodante. Vorrei dirvi che il senso è un altro, ma lo soffio via il senso. Lo soffio via. Un passo indietro. Due passi indietro. Vorrei dirvi che non riesco ad essere nel momento. Vorrei dirvi che non riesco ad isolare il momento. Che il momento mi scivola dalle mani, non riesco. Che posso solo immergermi in apnea. Che voglio tutto o niente, che non li voglio questi momenti strappati al tempo. Voglio tutto. Voglio essere, voglio avere, voglio esistere. Esistere oggi, esistere domani. Esistere. Voglio tutto.

Ma.
Margherita sta.

In apena.

Nella birra bevuta, nelle sigarette fumate. Nella testa appoggiata su una spalla, nelle mani sfiorate. Nella musica, nel vento, nel mare. Nelle promesse.

Nell’imitazione della leggerezza.

In apnea.

margherita

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