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Dissèsto

Dissèsto s. m. [der. di dissestare]. – 1. Condizione di squilibrio, d’instabilitàddi un meccanismodstatico, nella tecnica delle costruzioni, l’insieme degli effetti (lesioni nelle pareti, rigonfiamento degli intonaci, movimento delle parti, ecc.) derivanti dalle insufficienti condizioni di stabilità di una struttura2. fig. Stato di disordine, cattive condizioni, situazione criticaavere dissesti di salutesosteneva che tutta la moderna cultura è in dissesto; in partic., e più spesso, cattivo stato economico: dfinanziarioil ddel bilancio dello statocausareprovocare un d.; trovarsi in grave dissesto. (Treccani)

Cerco da giorni una parola che possa descrivermi. Che possa descrivere la condizione che mi trovo ad attraversare. Non so stare senza parole, non so stare senza la corrispondenza tra l’emotività, la mia, e la sua corretta definizione, per me.
O descrizione, o metafora.
Un appiglio, una boa. Un punto in cui stare senza andare alla deriva.

Dissèsto mi descrive. Dice molto di me in questo momento. Delle mie insufficienti condizioni di stabilità della struttura. Dello stato di disordine, dello squilibrio.

La situazione è critica, direbbero in uno di quei telegiornali che evito accuratamente di guardare. Cerco altre fonti, non mi accontento della versione ufficiale, non mi accontento dell’analisi di un servizio logoro in prima serata, non mi fido del giornalista servo e allarmista.
Ma ho una sola fonte, purtroppo poco attendibile.
In un processo piuttosto che farmi testimoniare la difesa chiederebbe alla giuria di andare in fiducia e di arrivare ad un verdetto sulla base del lancio dei dadi.
Ci scherzo su. Questo è un buon segno. Una risata vi seppellirà. Citazioni, ancoraggi. Divagazioni. Anche se voi vi credete assolti / Siete lo stesso coinvolti.
La scrittura è un’entità multiforme, vive di vita propria. Da anni non riesco a parlarci con sincerità quando si tratta di me. Da anni, quando si tratta di me, divento una fonte inattendibile. Bugiarda. La schivo, non mi faccio trovare. La distraggo. Mi arrendo. Mi scoppia il cuore, non riesco a sostenerla.
Per questo mi serve una boa. Non c’entra la deriva. Mi serve una boa per non andare a fondo, lì dove dovrei andare.

E come sempre sento che affondando ancora un poco arriverei alla verità. (Virginia Woolf – Diario di una scrittrice)

Per questo cerco parole che possano definirmi nel momento. Che possano descrivermi il momento. Questo momento e non un altro. Perché sono capace di esistere solo nel momento.

/dis·sè·sto/
/dis·se·stà·ta/

Vorrei ancora potermi tatuare sulla pelle In ogni caso nessun rimorso.

Perché sono capace di esistere solo nel momento. Questo mi definisce. Questo mi descrive. Questo mi frega.

E se il personale è politico, e viceversa, questo non è un buon momento.

 

Se avete voglia qua potete leggere Diśàgio e invece qui Distorsióne.

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