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La Tartuca, Milano. Quartiere Bovisa.

La prima volta che ho attraversato la porta della Tartuca non sapevo bene cosa aspettarmi. Ero in modalità colloquio di lavoro on, anche se non si trattava propriamente di un colloquio. Io, i miei stivali eleganti di ordinanza e dentro la borsa, inguainato in una cartelletta di plastica, il programma nuovo di pacca del laboratorio di scrittura creativa che stavo proponendo in giro in quel periodo. Nervosa, nervosissima, anche se il contatto me lo aveva dato un’amica che mai e poi mai mi avrebbe mandato in un posto che non fosse in linea con me.  Sono rimasta in modalità colloquio di lavoro che in realtà non era proprio un colloquio di lavoro on i secondi necessari ad oltrepassare la soglia e a fare i pochi passi che mi separavano dalla mano tesa di Linda. Era il 2005. Ho tenuto due laboratori l’anno fino al 2010. Poche esperienze hanno arricchito me e la mia scrittura così tanto. La Tartuca, se non si fosse capito da quello che ho detto fino ad ora, è un bel posto. È un’oasi dove non si conosce la fretta inutile e la velocità insensata. Non si chiama Tartuca per caso. E Linda è una donna accogliente, forte, immersa nel suo progetto dalla testa ai piedi, e coerente, molto coerente. E, lasciatemelo dire, non è che di coerenza ne vedo proprio tanta in giro, ultimamente. La Tartuca è una cooperativa sociale ONLUS che organizza corsi di lingue, dallo spagnolo all’arabo passando per il giapponese, corsi di danza, dalla salsa cubana al country. Alla Tartuca si fa Pilates, Yoga e Tai Chi Chuan, si può fare il corso di fotografia, di teatro o di maglia e uncinetto. Alla Tartuca si degustano vini, cioccolato, wisky, birra e miele. La Tartuca è una bottega artigiana, tutto fatto a mano. Gioielli e borse, oggetti in creta, oggetti in legno. Tutto questo e molto altro. La Tartuca sta in via Varesina, a Milano, in Bovisa. Sono andata a trovare Linda poco prima di Natale. Era almeno un anno che non passavo di lì. Strana, stranissima sensazione. A trovarsi la crisi davanti. La crisi, quella che abita i discorsi incomprensibili di economisti, politici e giornalisti, in Bovisa l’ho vista nelle serrande abbassate e nei negozi chiusi. L’ho vista in un quartiere in cui mi sono sentita subito a casa, per quell’aria di piccolo paese nella grande città. Da cui sembra, adesso, che stiano tutti emigrando, come dal sud al nord. Come dall’Italia all’Ammeriga. L’ho vista, camuffata da stanchezza, negli occhi e nelle parole di Linda. Che però è accogliente, forte, immersa nel suo progetto dalla testa ai piedi e coerente, molto coerente esattamente come quando l’ho conosciuta. Io spero di tornare presto a collaborare con la Tartuca. Voi, intanto, andate a farci un giro. La Tartuca >>>

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