Al solito
Sommersa. Lievemente isterica, a tratti euforica. Sufficientemente instabile. Incarognita quanto basta per non soccombere. Tampinata da una leggera dose d’ansia, i muscoli tesi pronti alla fuga. O all’attacco che coglie di sorpresa il nemico ignaro. In attesa, con le ossa a mollo in questa pioggia infinita, che arrivi finalmente l’inverno gelido che odora di neve e di camini accesi. In attesa, coi capelli scombinati e la sigaretta che pende storta tra le labbra, che quei due progetti intrapresi si concretizzino, regalandomi quel misto di gioie e dolori che non scambiere con nient’altro al mondo. Incasinata, in certi momenti fobica, in altri colta da estasi improvvise. Perplessa, mai sicura fino in fondo, fortunatamente incosciente. Stupita, entusiasta, impaurita. Anticipatamente in ritardo, tranne quando mi ritrovo con ritardo in anticipo. Fuori forma e fuori fase. In asse con il presente, in perfetto equilibrio sul caotico delirio che mi sta intorno che contribuisco fieramente a creare. E che mi ostino a mantenere. Sospesa in forma concreta. Cerchi di caffè ovunque. Insomma. Al solito. Son viva. Ecco.