Chiara Lalli [cit. da A. La verità, vi prego, sull’aborto]
Contrariamente alle vocazioni religiose, “la vocazione materna è obbligatoria”, è una missione, dedizione assoluta, dolore espiatorio e sacro. Il passaggio dalla responsabilità alla colpevolezza è compiuto e più si santifica l’immolazione materna, più si giudica e si condanna chi se ne allontana. Ossequi e minacce. Se non sei una buona madre – una madre disposta a consacrare l’esistenza per i figli – allora sarai assente, egoista, indegna, lavoratrice. Non ci sono confini labili, ma una divisione netta tra le buoni madri e quelle cattive. “Fra la santa e la svergognata, l’abisso resta incolmabile.” Oggi che più di allora è possibile scegliere di non essere madre, anche ricorrendo all’aborto, la collezione di ritratti delle madri cattive si arricchisce di una nuova e apocalittica protagonista: la non madre, la peggiore di tutte.” Chiara Lalli, A. La verità, vi prego, sull’aborto