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Configurazione Tundra – Elena Giorgiana Mirabelli – (non) recensione

configurazione tundra
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La sicurezza era la condizione di possibilità della città stessa. Il Modello prevedeva che il confine non fosse visibile perché avrebbe generato ansia. Gli abitanti di Tundra dovevano percepire estensione, ampiezza, orizzonti lontani. Convinti di poter andare ovunque e certi di non volersi allontanare troppo.

Bianco, ordine. Decoro, sicurezza, linearità. Interiorità calcolabili, codifica. Spazio urbano, io. Efficienza. Oblio, memoria. Altrove.

Nei Saggi dice che l’obiettivo del Modello è di prevedere, sviluppare e produrre emozioni, reazioni, meccanismi codificabili e misurabili.

Intrappolare il tempo in uno spazio lineare. Ridurre al minimo le interferenze, la casualità. Le variabili. Codificare sentimenti, emozioni, reazioni. Codificare le relazioni. Sottrarsi all’indeterminatezza.

Marta Fiani, architetta responsabile del progetto Tundra, ripeteva a Lea, sua figlia, che c’era un certo tipo di felicità che invidiava agli animali. E stava nella sicurezza con cui sapevano cosa fare, quando e in che modo.
Non c’erano deviazioni. Non c’era indecisione. Via il libero arbitrio, dannazione della specie.

Sicurezza, pulizia, precisione. Perimetro, bordo.

Lea, che non vuole essere invisibile, lascia delle tracce, incrina la linearità. Diana, che passerà il suo Altrove nella casa di Lea, trova quelle tracce. Le percorre. 

Configurazione Tundra richiede una lettura attenta, una lettura che sia immersione nella sua architettura narrativa. Configurazione Tundra richiede una lettura che sia capace di uscire dalla linearità, di uscire dal dover procedere in avanti. 

La scrittura di Elena Giorgiana Mirabelli è carica, piena. Consapevole. Solida. La storia è satura, aderisce perfettamente alle pareti della struttura narrativa che l’autrice ha scelto per narrare questa storia alienante, questa storia claustrofobica eppure delicata, attenta, estremamente umana.
Come se l’umano, la sua indeterminatezza, la sua inclinazione al caos, alle emozioni impreviste, imprevedibile, incalcolabili, come se l’umano, i suoi desideri non regolabili, non codificabili, riuscisse ad infiltrarsi nelle crepe sottili dell’esistente organizzato e a fuoriuscire dall’ordine stabilito.
Come se l’umano, in un modo o nell’altro, riuscisse a deviare dalla linea retta.
Come se l’umano riuscisse in qualche modo, sempre e comunque, a camminare solo per il gusto di camminare, senza sapere dove andare.

Configurazione Tundra è un romanzo distopico che parla di un’urbanistica capace di interferire con i nostri sentimenti, con il nostro sguardo, con il nostro mondo di percepire noi stessi e gli altri. È un romanzo che parla della nostra parte nascosta, fortunatamente, in alcune e alcuni, assolutamente indomabile.

Configurazione Tundra è un esordio forte. Qualunque cosa significhi la parola esordio. Configurazione Tundra è un romanzo lucido, inserito nel presente, collegato e derivato dal presente, che lascia delle tracce che dovremmo provare a percorrere.

Elena Giorgiana Mirabelli è una scrittrice con delle cose da dire, e con l’immaginario e le capacità di gestire la parola indispensabili per poterle dire, queste cose.




Configurazione Tundra
Elena Giorgiana Mirabelli
tunué – ROMANZI
pp. 106
2020


Qua potete leggere la (non) recensione di Maizo. A questi due link, invece, altri due romanzi di tunué Tutti gli altri – Francesca Matteoni e Dettato – Sergio Peter

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2 risposte

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