Ultramarino di Mariette Navarro è narrazione in purezza. Narrazione intesa come l’atto del narrare, di rappresentare con la parola scritta, o altri strumenti, storie, situazioni reali o fantastiche.
Scriviamo chilometri di parole sui libri, sulla scrittura, sul romanzo, sulla narrativa, quintali di pagine piene di critica, giudizi, analisi, impressioni, valutazioni.
Ma scrittura, e lettura, se spogliate di tutto, se liberate della zavorra, dei pesi in eccesso, sono qualcosa di estremamente semplice. E puro.
Si scrive, e si legge, perché mossə dal desiderio. Un desiderio intimo, e profondo. Ancestrale, quasi.
Raccontare e sentirsi raccontare storie.
Conosciamo intimamente e profondamente il piacere che scaturisce da queste due attività così umane, così indispensabili.
E in questo oceano eterno di desideri soddisfatti che si autoalimenta navigano infinite variabili, infinite storie. Infiniti libri. E in questo infinito numero ci sono certi libri che sono narrazione allo stato puro. Ci sono libri che sono stupore e meraviglia, lo stupore e la meraviglia di quando le frasi, nero su bianco, prima affondano e poi riemergono e allora la lettura diventa una questione di respirazione, di respiro che si accorda con la parola, e di desiderio. Desiderio di leggere, leggerne ancora, di queste frasi che prima affondano e poi riemergono, queste frasi che fluttuano, onde, una dopo l’altra. Poesia in prosa che si dipana e si srotola, che scivola su una superficie senza grinze. Lo stupore e la meraviglia di raccontare e farsi raccontare una storia, di fronte alla narrazione elegante, sonora. Semplice e bella. Pura.
Ultramarino di Mariette Navarro, con la traduzione di Camilla Diez, è uno di questi.
Una comandante, figlia di un comandante, che a una vita da terrestre non ci ha mai nemmeno pensato.
Un cargo, tonnellate di metallo, che attraversa l’Oceano Atlantico.
Una richiesta.
non è che potremmo, ehm, dico sul serio, spegnere i motori, mettere a mare le scialuppe e concederci un bagnetto?
E una crepa, un’infiltrazione.
Nel gesto conosciuto, il gesto del lavoro, nel gesto ripetuto ogni giorno si è insinuato uno spazio. Un piccolissimo spazio bianco fino ad allora inesistente, un secondo di sospensione. E in quel secondo di sospensione, in quel secondo impreciso, tutta la vita a venire si è infilata dentro, si è messa comoda, e a dipanato le sue conseguenze.
E poi c’è tutta la storia che Mariette Navarro ci ha voluto raccontare. La cosa che desiderava raccontarci. Perché narrare a volte è anche e solo questo, lasciarsi impressionare da qualcosa, una parola, un’immagine, un sentimento, un dettaglio isolato dal resto, un’idea. Una sensazione. Narrare è seguire questa cosa, descriverne la sostanza, scegliere una traiettoria tra le infinite traiettorie possibili. Costruire lo spessore dei personaggio, farli muovere. Dentro un cargo che attraversa l’Oceano Atlantico.
Ci sono l’ordine e il caos, il gesto ripetuto e l’imprevisto. L’interruzione della scorrevolezza. Il peso della responsabilità. L’inquietudine della vertigine. Il desiderio di lasciarsi andare. La certezza e il dubbio. L’illusione e la realtà, il possibile e il surreale, in un balletto tra il qui e ora e un ieri sospeso, tra la terra e il mare. Tra Terra e Oceano.
E poi ci sono l’umano e la macchina.
Come aiutarti, animale? Come far sì che tu riesca a riposarti? Come entrare in comunicazione con la tua logica di macchina che pulsa senza tregua e farci accettare da te, quando non siamo altro che parassiti, quando fingiamo, in totale buona fede, di orientarci grazie a questi pezzi di carta colorati, e di sapere dove ci conducono i nostri viaggi?
Mariette Navarro è drammaturga e autrice di raccolte poetiche, questo spiega molto del suono e della struttura di Ultramarino, della cura nel descrivere e restituire luci e atmosfere. Di questo piccolo libro che è quasi un monologo, e poi un coro di personaggi senza nome, con una trama che da rarefatta si fa solida e consistente.
Questo piccolo libro che mi ha dato tanto piacere. E che mi ha fatto tornare la voglia di scrivere.
Ultramarino
Mariette Navarro
traduzione di Camilla Diez
La Nuova Frontiera, liberamente 2023
pp. 160
Vi lascio qualche link, altre (non) recensioni di libri pubblicati da La Nuova Frontiera
Sistema nervoso e Contro i figli di Lina Meruane
Piazza del Diamante, Via delle Camelie e Giardino sul mare di Mercè Rodoreda.