Per me, questa cosa, dal minuto 6.34 al minuto 7.26 del Köln Cocert, Parte I di Keith Jarrett
«[…] aveva visto a un tratto cercar d’innalzarsi in un liquido sciabordio la massa della parte per pianoforte, multiforme, indivisa, piana e internamente ribollente come l’agitazione color malva dei flutti incantati e bemollizzati dal chiaro di luna. Ma a un certo punto, senza riuscire a distinguere nettamente un contorno, a dare un nome a ciò che gli piaceva, affascinato all’improvviso, aveva cercato di cogliere la frase o l’armonia – nemmeno lui lo sapeva – che passava e che gli aveva aperto più largamente l’anima, così come certi effluvi di rose che circolano nell’aria umida della sera hanno la proprietà di dilatare le nostre narici. Proprio perché non conosceva la musica, forse, egli poteva provare un’impressione così confusa, una di quelle impressioni che, d’altronde, sono forse le sole puramente musicali, inestese, interamente originali, irriducibili a qualsiasi altro ordine d’impressioni. Un’impressione di quel genere, che ha la durata di un istante, è per così dire sine materia.» Marcel Proust, Alla ricerca del tempo perduto
Alla ricerca del tempo perduto
Marcel Proust
traduzione Giovanni Raboni
Oscar Mondadori
The Köln Concert
Keith Jarrett