Sono fatta di piccole cose.
E questo, a volte, non aiuta.
Mi piace bere grandi tazze di caffè mentre guardo fuori, magari con la fronte che ogni tanto si appoggia al vetro.
Mi piace affondare il viso nel cuscino quando mi sveglio la mattina. Mi piace fumare in silenzio, senza fare altro, con i piedi appoggiati sulla scrivania. Mi piace annusare l’odore dell’inverno. Mi piace tenere le luci basse quando cucino, e mi piace la condensa che si forma sui vetri.
Mi piacciono le penne con la punta fine e l’inchiostro nero. Mi piace piegare la biancheria e lasciarla impignata per un po’ sul letto. Mi piace annaffiare le mie piante grasse. Mi piace tirare fuori i libri dalle librerie e spolverarli con un pennello. Mi piace guardare mio padre quando legge e si arriccia i baffi con il pollice e l’indice. Mi piace il rumore che fa il lapis quando sottolineo le frasi di un libro. Mi piace come si appoggia una luce particolare, nel pomeriggio, sul pavimento e che risale fin sopra al divano.
Mi piace camminare piano. Mi piace impastare l’acqua con la farina, senza uova, solo acqua e farina. Mi piace mettere a seccare i fiori e le foglie tra le pagine dei quaderni. Non dei libri, ma dei quaderni. Mi piacciono i dettagli. Mi piacciono le cose piccole. Mi piace la lentezza. Mi piace il pensiero senza una meta.
Sono fatta di piccole cose.
E questo, a volte, non aiuta.
Perché là fuori, fuori dal mio piccolo mondo minuto, i dettagli sfuggono. E le piccole cose non trovano spazio. E nemmeno io.