Masticata. In una giostra logora. Vertigini e conati. Margherita sputata. Esausta. Margherita allo specchio. Margherita senza voce. Contratta, trema. Senza fiato. Margherita immobile. Il cielo diventa grigio e si alza il vento. Gli alberi oscillano, i rami si sparpagliano. Margherita si chiude. Le nuvole si addensano, la luce cala e preme sui vetri. Margherita si inabissa, il cielo si abbassa, il mondo si restringe, le ombre si sfilacciano. Margherita si sfalda, la pioggia dal cielo. Lo scroscio, il lampo, il rombo. La pioggia dal cielo, si schianta sui tetti, sull’asfalto, sugli alberi, sui vetri e poi cola. Margherita ferita. Ferita aperta che non sanguina. Margherita si stringe. Non parla, non piange, non grida. La pioggia dal cielo, nel cielo grigio, cade precipita si schianta. Margherita trema. Muta. Divelta, inchiodata, isolata. Margherita scivola, vorrebbe fermarsi, fermare le cose. Toccare le parole. Arginare. Proteggere, difendere. Margherita inciampa. Margherita cade. Margherita ha freddo. Margherita, precipita si schianta cola. Lo scroscio, il lampo, il rombo. Margherita si spacca, pietrificata. Il cuore incagliato. La pioggia, il vento, l’asfalto. Le mani gelate. I sensi ottusi. L’abisso osceno dove tutto cade, precipita, si schianta. Si rimescola, morde, ribolle, si infiltra. La mandibola schiocca. Uno schianto secco. Il cielo si schianta. La pioggia si schianta. Non si ferma, si rovescia. Non c’è tregua.
Mar ghe ri ta
Mar gheri ta
Ma r gh eri ta
Mar ghe ri ta
Finché saprà ricordare e pronunciare il suo nome.
Margherita risale in superficie.
*
Margherita svuota i polmoni poi prende aria a piccoli sorsi.
Margherita è il suo nome.
Il suo corpo non è vuoto.
Allora Margherita pone il suo corpo al centro.
Pone il suo corpo al centro del conflitto.
E Margherita sente.
Tutto.
Di nuovo.
Continuamente.
Margherita sente
gli occhi, tutti intorno. Negli occhi Margherita sente. Il dolore. La frustrazione. La disperazione. Margherita sente. La paura. Gli affamati tentativi di sopravvivenza. L’instancabile ricerca. I corpi vibrare di piccoli movimenti ripetuti. E sente i corpi sbattuti, i corpi perduti. I corpi reclusi. I corpi negati. Margherita sente le parole senza voce. Margherita sente l’asfalto sotto la suola delle scarpe. Sente gli alberi respirare. Margherita sente le risate lanciate oltre l’ostacolo. Margherite sente i passi. Sente gli sforzi, le trincee. I corpi come barricate. Margherita sente il profumo dell’ostinazione. Margherita sente le fughe senza direzione. Margherita sente i polsi stretti. Margherita sente l’affanno della corsa. La sconfitta. Sente i pesci nuotare. Le mani intorno alla corda. Sente le chiavi nel buio. Margherita sente il peso. Il fumo nei polmoni. Le lacrime che si mischiano con la polvere e con il sangue. L’angoscia di un quotidiano ripetuto all’infinito. Margherita sente i piedi nudi nella sabbia. Margherita sente la rabbia. Sente l’odio. Sente l’amore.
Margherita cerca, una genesi plausibile di se stessa. Un filo da annodare. Margherita cerca Margherita. Un passo che sia fermo, un gesto che non sia di resa. Margherita cerca. L’anomalia, l’interferenza. L’epifania transitoria. Margherita cerca il difetto, l’indicibile. Il salto, il vuoto. L’inespresso. Il non detto. Margherita cerca l’errore, lo sbaglio. Margherita cerca, il reale. Margherita cerca i margini. I cuori oltre l’ostacolo. Margherita cerca i corpi sopravvissuti. Cerca i corpi che si sono salvati. Margherita cerca parole nuove. Corpi non allineati. Altri corpi al centro del conflitto. Parole grandi. Parole capaci. Margherita cerca la sconnessione, la visione altra, l’asincronia. L’interferenza armonica. Il capovolto. Il capoverso. Margherita cerca lo squarcio, la fessura. Margherita scava, annusa. Margherita ascolta. Margherita assaggia. Margherita si ferisce. Margherita ferisce. Margherita grida. Margherita insiste. Margherita cade. Rovina. Margherita sprofonda.
Margherita si aggrappa, scavalca.
Margherita si riempie i polmoni, fino in fondo. Margherita svuota i polmoni, fino in fondo.
Margherita si riempie i polmoni. Fino in fondo. Margherita svuota i polmoni. Fino in fondo.
*
Margherita sa
che il suo corpo non è un corpo vuoto.
Margherita sa,
che Margherita è il suo nome.
E di tutte le altre.
Se chiude gli occhi.
Margherita sa.
Le sente.
Continuamente.