Esserci. Essere nel mondo. Essere nella realtà là fuori, dove poco o niente combacia con quello che vorrei. Resistere alla tentazione di chiudere le comunicazioni. Resistere alla tentazione di ignorare, non sentire, non vedere, non parlare, non pensare. Non soffrire. Esserci, e in ogni piccolo gesto, in ogni piccola parola, cercare il modo, i modi, di far combaciare l’essere e il potere essere. Opporsi al procedere distorto. Non tacere, prendersi i rischi e le responsabilità.
Esserci, la fuori, tra le cose e le persone, seguendo traiettorie diverse. Non cedere. Anche se sembra inutile. Anche se indietro tornano sguardi e parole che, di nuovo, sempre, il più delle volte, non combaciano con l’intenzione. Non combaciano con il desiderio.
La marea che ti strattona e ti spinge indietro, la marea che si mangia ogni volta un pezzo. La marea che ti sommerge. La marea che ti toglie il fiato e spezza, a tratti, la fermezza. Del corpo, della mente.
Esserci. Essere, là fuori. Nonostante tutto.